Beethoven virus, percepire la musica con il cuore

Beethoven virus

Beethoven virus a cura di Raffy

Beethoven virus è un Kdrama del 2008 sviluppato in 18 episodi, purtroppo non reperibile sulle piattaforme ordinarie.  

Per l’intensità dell’amore per la musica, per lo sviluppo dei vari argomenti sociali toccati, per l’interpretazione dei protagonisti questo Drama è stato candidato a varie nominations nel 2008 portando a casa numerose vittorie, ad esempio: 

per il MBC Drama Awards è stato il miglior drama del 2008, mentre Jang Keun Suk ha vinto come miglior nuovo attore. 

Mi sono lasciata coinvolgere da questo Kdrama, decisamente old school (tutto quasi monocromatico e cupo e in quanto a make-up hanno tutti la stessa pelle), inizialmente per il mio interesse verso l’attore Jang Keun Suk, poi mi hanno travolta i brani musicali scelti e la voglia di rivalsa dei personaggi. 

È la storia di una piccola Orchestra di musicisti dilettanti che viene creata per rilanciare musicalmente una cittadina. Si sviluppa tra il desiderio di esibirsi e dimostrare a sé stessi di potercela fare e lo scontrarsi con la perfezione richiesta dal Maestro che li dirige, oltre ad una serie di ostacoli dovuti alla propria vita quotidiana e alla dirigenza della città, per la quale sono invisibili. 

La storia gira attorno a tre protagonisti principali, che sono: 

Kang Gun-woo/Kang Mae – Direttore d’orchestra: uomo solitario, professionale, rigido, burbero e perfezionista; 

Kang Gun Woo (omonimo dell’illustre Maestro) – giovane poliziotto: ama suonare la tromba, grazie al proprio talento pur non avendo mai studiato la musica ed ambisce a diventare Direttore d’Orchestra; 

Du Ru Mi –   giovane violinista ma attualmente impiegata comunale: determinata ad esibirsi nonostante stia perdendo gradualmente l’udito. Personaggio per il quale i due protagonisti maschili saranno flebilmente attratti, per la sua intraprendenza.  

Opinione personale inizialmente l’ho trovata un personaggio inutile e irritante, ritenendo che se ne potesse fare a meno, in realtà risulterà essere una sorta di trait d’union tra i personaggi nel disbrigo delle difficoltà. 

L’artefice di tutto è proprio Ru Mi, cui il sindaco della città di Sungnam affida il progetto di darne prestigio affinché sia riconosciuta come la “Città della Musica”. Sarà difficile trovare orchestrali che decidano di dedicare il proprio tempo per esibirsi gratuitamente, pertanto verrà piano piano a crearsi una piccola orchestra amatoriale. Aderiscono, infatti, coloro che per un motivo o per un altro nel corso della propria vita non hanno potuto perseguire il proprio sogno musicale.

Come: il giovane poliziotto, temporaneamente sospeso dal lavoro, quindi desideroso di esprimersi in ciò che ama;  

la stessa Du Ru Mi, in corsa contro il tempo perché vuole esibirsi un’ultima volta prima di perdere definitivamente l’udito; 

l’anziano Kim Gab Yong, che suona l’oboe; un tempo orchestrale professionista, ma ora affetto da demenza senile; 

la studentessa Ha Yi-Deun/Eden, senza possibilità economica di studiare, ma sensibile, tanto da supportare l’anziano orchestrale ed aiutarlo nei momenti in cui perderà sé stesso. Tra i due verrà a delinearsi un bellissimo rapporto di solidarietà e collaborazione; 

l’ahjumma Jung Hee Yun, frustrata moglie e madre relegata al ruolo di donna di casa, per anni ha represso e accantonato la propria passione, suonare il contrabasso. La ritroveremo, quindi, ostacolata dal marito; 

un simpatico cabarettista, ed un ambizioso padre e marito che lascerà il proprio lavoro insoddisfacente per seguire il proprio sogno e che guiderà con responsabilità i propri colleghi, essendo egli stesso un orchestrale… 

Come ho detto si tratta di un’Orchestra improvvisata, in cui ogni membro ha una sua storia, che si intreccerà con quella degli altri dando forza al gruppo nonostante le vicissitudini, che saranno tante data la loro mancanza di professionalità, la mancanza di fondi, la mancanza di tempo e le priorità della vita. 

Il primo ostacolo è il Maestro Kang Mae, Direttore di fama mondiale, detto anche il “killer delle orchestre”. Uomo per nulla empatico e insoddisfatto dei membri che gli vengono affidati. Quindi inizia la voglia di riscatto degli orchestrali non solo agli occhi del Maestro ma soprattutto per essi stessi. 

Per ciascuno di loro la musica era diventato un hobby, non sempre coltivato, perché la vita, il lavoro, la famiglia hanno preso il sopravvento costringendoli ad accantonare e reprimere una parte di essi.  

Anche il Maestro farà i suoi passi, avrà i suoi tumulti interni. 

Coinvolgente lo stratagemma che trova il Maestro Kang per farli entrare in armonia con sé stessi e con il resto dell’Orchestra: chiudere gli occhi ascoltando “Nella Fantasia” di Ennio Morricone, brano del 1986 per il film Mission, essi iniziano ad immaginare…percepire la musica con il cuore e le emozioni, che sono gli elementi che bisogna trasporre suonando… 

Ogni momento del Drama è sapientemente enfatizzato da brani musicali che sottolineano in pieno lo stato d’animo e la situazione. Una Ost coinvolgente. 

Io, naturalmente, vengo sempre colpita dalle evoluzioni dell’animo umano per questo mi sono lasciata affascinare dall’interazione dei personaggi, dalla loro voglia di riscatto, spesso in una lotta contro i mulini a vento. 

Nonostante, nel corso della storia, continuino a manifestarsi ostacoli il senso di frustrazione non finisce per sopraffare i singoli personaggi, che sempre più uniti e coraggiosi affrontano ogni difficoltà.  

Così il far parte di un gruppo per essi diventa un modo per far fronte ciascuno alle proprie debolezze e paure per raggiungere un interesse comune.  

“Il Direttore mi ha dato fiducia, quando io non ne avevo”

da questo momento in poi il gruppo matura. 

I nostri protagonisti, sempre più consapevoli iniziano a prendere delle decisioni, anche nella propria vita per dare spazio alla musica.  

L’ahjumma, ad esempio, si chiede:

perché devo sempre fare sacrifici?

– per il bene della famiglia e nulla per sé stessa… Bello il momento in cui gli altri membri la chiamano per nome:

Hai un bel nome Hee Yun

– facendola tornare ad essere sé stessa e non una qualunque ahjumma;  

Intanto il giovane poliziotto soffre della propria inesperienza, del fatto che non sappia leggere la musica, eppure riesce a suonare con facilità esprimendo le proprie emozioni e coinvolgendo gli altri. Ciò gli consentirà di lasciarsi andare completamente alla musica, che non ha studiato e ad imparare a dirigere l’Orchestra, cosa che gli viene naturale nel momento in cui decide di spronare i colleghi a non lasciarsi andare e a conquistare la stima dell’illustre Maestro. Questa dote, del giovane, verrà utile quando le strade della piccola Orchestra si separeranno da quella del burbero Direttore. Quindi sarà evidente l’immaturità del giovane ed il prestigio burbero del Maestro. 

Ho apprezzato molto il personaggio del giovane Kang Gun Woo, egli è una figura bella, pulita, umile, un ragazzo deciso a percorrere la propria strada. L’attore Jang Keun Suk interpreta con enfasi i dolori e le angosce del giovane, piange e soffre con intense lacrime agli occhi, che ogni volta mi strappa lo stomaco. 

Presto arriveranno i soliti giochi di potere dei piccoli politici lecchini ed ignoranti che influiranno sulle esibizioni. Ciò distruggerà non solo l’Orchestra di professionisti ma anche la piccola Mouse Orchestra, che chiede solo di potersi esibire dopo gli sforzi fatti dal momento in cui si è costituita. 

Le delusioni ed ostilità proseguono ferendo tutti, ma il nostro giovane Direttore continua a dare fiducia al gruppo. Egli si fa’ forza e decide di portare ancora una volta avanti i suoi amici, mentre scorge in cielo delle Gazze (La Gazza Ladra è un presagio positivo. Incita a rivalutare le priorità e lavorare sulle cose che contano. Il simbolo della gazza incoraggia a mostrare il suo splendore al mondo). 

La Mouse Orchestra viene continuamente ferita ma mostrerà il suo splendore comunque suonando pubblicamente un brano de “La Moldava” di Smetana (sinfonia che più amo in assoluto).  

Come in ogni drama, io cerco di trovare punti di riflessione sulla mia realtà (io mi rispecchio nell’ahjumma) o su aspetti sociali in generale. 

Ammetto che mi sono ritrovata a piangere per le emozioni trasmesse dalla musica e in merito alle riflessioni sulla vita, sottolineate a dovere dai brani musicali. In fondo un po’ tutti siamo prigionieri di scelte che ci vanno strette e non sempre è facile fare la vita che si desidera.   

Beethoven Virus visto da  

Raffaella Morrone 

Beethoven virus è stato scritto da Raffy, per la quale si ringrazia per il suo prezioso contributo!
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Giulia S
Giulia. Cresciuta a pane e k-drama ha creato questo spazio per parlare del suo paese d'origine, la Corea del Sud, a 360° facendo perno sulla sua interculturalità e vuole sviluppare un ponte bi-direzionale tra la Corea e l'Italia. Racconta la Corea attraverso i kdrama con #dramiamo, propone uno sfizioso aperitivo coreano con #eatdrinkorea e fa lunghi approfondimenti sulle notizie dalla Corea per #rassegnadallacorea, il tutto a suon di Kpop con #radio360. Ogni tanto esce dal paese per osservare le altre culture con #oltrelacorea.

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