Ciclo di approfondimento su Park Chan-wook: Decision to Leave
Finalmente è arrivato il momento clou di questo ciclo, e siamo lieti di presentare l’ultimo lavoro di Park Chan-wook che torna nei cinema a distanza di sei anni, dopo una parentesi dedicata al piccolo schermo. Presentato all’ultima edizione del Festival di Cannes, dove ha vinto la Palma d’Oro per la miglior regia, “헤어질 결심 – Decision to Leave” è da oggi anche nelle sale italiane. Il film, intorno al quale è stato pensato il terzo ciclo, collima perfettamente con l’intenzione di mostrare un cinema del regista coreano che non sia associato solo alla violenza e al sangue, elementi caratteristici dei suoi lavori, ma che si avvicini al concetto, non per forza inconciliabile, di amore.
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L’ispettore Hae-jun (Park Hae-il) viene incaricato, insieme al collega Soo-wan (Go Kyung-pyo), di indagare la morte di un uomo avvenuta ai piedi di una montagna. La vittima è un escursionista abituale e tutto porta a pensare che la causa della morte sia stato un incidente fatale che gli è costata la vita. I sospetti però si acuiscono quando Hae-jun interroga Seo-rae (Tang Wei), la moglie della vittima, una donna cinese che non padroneggia ancora il coreano.
Il titolo contiene un prezioso indizio di ciò che avverrà nel film. I due protagonisti, seppur legati in matrimonio ad altre persone, si avventurano in un cammino che li condurrà piano piano alla scelta di doversi allontanare l’uno dall’altro. Il racconto si sviluppa intorno a questa scelta e la pellicola mostra come questa prende vita, ma soprattutto ci svela se, nonostante la consapevole decisione, saranno in grado di farlo.
Anche in altri film di Park Chan-wook (I’m a Cyborg but that’s Ok, Thirst e Mademoiselle) la storia d’amore è la trama principale, in altri ancora è presente in misura minore (Sympathy for Mr. Vendetta, Oldboy), ma anche quando è l’ingrediente dominante, come nel caso dei primi tre film citati, è condita con altri riferimenti, messaggi ed idee al punto da non poter classificare tali lavori come pure storie d’amore convenzionalmente intese.
Per la prima volta con “Decision to Leave” abbiamo a che fare con un lavoro che si dedica esclusivamente al racconto di due persone coinvolte in una spirale di reciproca attrazione e si distanzia dai suoi ultimi lavori, un po’ come ha fatto con “I’m a Cyborg, but that’s Ok” dopo la trilogia della vendetta. La pellicola è la realizzazione di un progetto che, come dichiarano il regista e la co-sceneggiatrice Jeong Seo-kyeong, con cui ha collaborato in tutti i suoi lavori, è stato concepito con la volontà di creare una storia d’amore che diventasse, col passare del tempo, un classico per gli appassionati del cinema.
Come abbiamo visto con i primi due film del ciclo, Park dedica un’incredibile attenzione ai dettagli, riempiendo ogni scena di significato, assicurandoci che nessun elemento è messo lì per caso. “Decision to Leave” è composto da dialoghi, musiche e sguardi che arricchiscono il racconto di sfumature e accortezze esaltate dall’utilizzo geniale di colori che servono a dipingere una storia d’amore simboleggiata dall’oceano e la montagna. A primo acchito due elementi incompatibili, diversi, distanti che rappresentano lei e lui, che raccontano la loro storia, i loro modi di trovarsi, i loro sforzi per rincorrersi e, infine, la volontà di lasciarsi.
Vi lasciamo con il consiglio di stare ben attenti ad ogni minimo particolare e con una citazione che esemplifica il loro travagliato rapporto.
Il momento in cui hai detto di amarmi, hai smesso di farlo. Il momento in cui il tuo amore è finito, il mio è cominciato.
Buona visione a tutti e tutte!