La storia si infittisce, ora gli intrecci delle tre sorelle si sono fuse verso un’unica direzione: la famiglia di Park Jae-sang. Ma sarà davvero lui la mente dietro a tutto?
Ho iniziato a sospettare che dietro la facciata della moglie devota al marito, ci sia una fredda e calcolatrice Won Sang-a, è ambiguo il suo comportamento e attacco quasi ossessivo nei confronti di Injoo. Quando la porta al ristorante dove quest’ultima era stata con Hwayoung e le rivela che in realtà erano amiche, la storia prende una piega sfumata, non si riesce più a distinguere chi e quando stia recitando una parte o è sincera.
La differenza caratteriale delle sorelle Oh era stata accennata nei primi due episodi, ma in questi si demarca di maggiormente la loro attitudine. Tuttavia, credo che siano legate da un unico sentimento: l’ambizione.
Sono tre facce di una stessa ambizione, declinata in caratteri ed ideali differenti, eppure tutte che concorrono al raggiungimento di un obiettivo.
Se Inhye, nei primi episodi, sembrava essere una vittima degli eventi, il dialogo con Jae-sang risulta molto interessante: è stata lei a proporre a Hyorin di prendersi i crediti per il suo dipinto. Lei ambisce ad un riconoscimento collettivo del suo talento, che questo venga riconosciuto tramite lei o Hyorin, sembrerebbe che a lei interessi poco, purché la gente rimanga estasiata di fronte ai suoi lavori.
Ha uno spirito combattivo da non sottovalutare, una pressione interna che scalpita per fuoriuscire e cercare approvazione.
Inkyung ha un’ambizione molto pericolosa, quella di scovare e raccontare la verità. E per farlo, non si muove mai fuori dai rigidi dettami della moralità, sarebbe disposta anche a tagliare i ponti con sua sorella Injoo quando trova i soldi lasciateli da Hwayoung.
Mentre invece Injoo, secondo me, ha un animo genuino e di conseguenza anche la sua ambizione è di primaria necessità, ossia quella di vivere in un appartamento decente, senza problemi di acqua calda, finestre rotte e corrente elettrica. Non, quindi, un’ambizione intellettuale, come Inkyung, o artistica, come Inhye, ma un’ambizione dettata dalla condizione in cui vivono e soprattutto maturato in seguito al tragico lutto di una sorella quando era una bambina.Ed è palese quando pur di continuare a tenere il denaro lasciatole, è disposta a sacrificarsi anche fisicamente. Un misto di coraggio e disperazione.
Il mistero su questa bambina, in realtà, mi ha spinta a ipotizzare che in realtà la madre sia andata a cercare la figlia perduta nelle Filippine; prima di partire, in una mano impugna la valigia e nell’altra una fotografia di una bambina.
La seconda ipotesi è che in realtà la bambina sia Inhye, a cui hanno cambiato nome da Inseom dopo che l’hanno portata in ospedale. Anche la telefonata con la madre rimane ambigua.
Se proprio dovessi scegliere un aspetto che mi piace di Little Women, sarebbe il modo verosimile in cui dipingono i rapporti tra sorelle. Si supportano a vicenda, spesso litigano e non si comprendono. La scena di Inkyung che ubriaca urla a Inhye di uscire di casa del candidato a sindaco di Seoul, Park Jae-sang, imbarazza, giustamente la più piccola di casa Oh, e quando le lascia il messaggio che l’ha bloccata, l’ho trovato una buona metafora delle loro relazioni.
Choi Do-il rimane, a mio avviso, il personaggio più misterioso di tutti loro. Qual è il suo obiettivo? Vuole davvero solo il denaro? Qual è il suo fardello nascosto?
© Little Women Ep 3-4 è stato scritto, redatto e revisionato da Giulia
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