Il mito di Dangun a cura di Irene Figoni, Giulia Filannino, Carmela Melluso
Dangun (단군; 檀君; [tan.ɡun]) o Dangun Wanggeom (단군왕검; 檀君王儉; [tan.ɡun waŋ. ɡʌm]) fu il fondatore di Gojoseon, il primo regno coreano. Le prime testimonianze di Dangun appaiono in testi storici del XIII secolo, tra cui Samgungyusa (Memorabilia dei tre regni) e Jewangungi (Canti degli imperatori e dei re).
Egli era anche venerato anche come divinità, tanto che attualmente ci sono ancora circa diciassette gruppi religiosi che si concentrano sul culto di Dangun.
I coreani considerano il giorno in cui Dangun fondò Gojoseon, la prima dinastia della Corea, come una festa nazionale e lo chiamano Gaecheonjeol (개천절; 開天節). Il Gaecheonjeol è il 3 ottobre. È un anniversario religioso iniziato da Daejonggyo (대종교; 大倧教) che venera Dangun. Gaecheonjeol è un giorno per commemorare la fondazione di Dangun a Gojoseon, ma il 3 ottobre non è in realtà la data di fondazione di Gojoseon.
Il mito e la sua interpretazione
La leggenda degli antenati di Dangun inizia con suo nonno Hwanin (환인/桓因), il “Signore del cielo”.Suo figlio, Hwanung (환웅/ Hanja: 桓雄), desiderava vivere sulla terra tra le valli e le montagne. Hwanin permise a Hwanung e a 3.000 seguaci di scendere sul monte Baekdu, dove fondò il Sinsi (신시/ Hanja: 神市, “Città di Dio”). Insieme ai suoi ministri delle nuvole, della pioggia e del vento, istituì leggi e codici morali e insegnò agli umani varie arti, la medicina e l’agricoltura. La leggenda attribuisce a Dangun lo sviluppo dell’agopuntura e della moxibustione.
In seguito, una tigre e un orso pregarono Hwanung di poter diventare umani. Dopo aver ascoltato le loro preghiere, Hwanung diede loro venti spicchi d’aglio e un fascio di artemisia, ordinando loro di mangiare solo questo cibo sacro e di rimanere lontano dalla luce del sole per 100 giorni. La tigre si arrese dopo circa venti giorni e lasciò la grotta. Tuttavia, l’orso perseverò e fu trasformato in una donna: Ungnyeo, (Hangul; 웅녀/ Hanja: 熊女). Questa fu grata e fece offerte a Hwanung, tuttavia, non avendo un marito, divenne presto triste e pregò sotto un albero di “betulla divina” (coreano: 신단수; Hanja: 神檀樹; RR: shindansu) per essere benedetta con un figlio. Hwanung, commosso dalle sue preghiere, la prese per moglie e presto lei diede alla luce un figlio chiamato Dangun Wanggeom.
Dangun salì al trono, costruì la città fortificata di Asadal situata vicino a Pyongyang (l’ubicazione è contestata), e chiamò il regno Joseon – oggi chiamato Gojoseon “Vecchio/Antico Joseon” (고조선, Hanja: 古朝鮮) per non essere confuso con il successivo regno di Joseon (조선, Hanja: 朝鮮) che fu stabilito circa 2000 anni dopo. Poi spostò la sua capitale ad Asadal sul monte Paegak o monte Gunghol.
La biografia di Dangun rifletteva l’interesse del popolo di Gojoseon per stabilire la legittimità della regalità e la dignità del paese. Il re conduceva ogni anno un rituale in onore del suo dio ancestrale. Ben presto, il mito di Dangun fu l’ideologia politica del periodo Gojoseon, e il rituale ebbe una funzione di assemblea politica.
Datazione
Il governo dell’imperatore Dangun è solitamente calcolato per iniziare nel 2333 a.C..
Altre fonti variano un po’, ma lo pongono anche durante il regno di Yao (date tradizionali: 2357 a.C.-2256 a.C.). Il Samguk Yusa afferma che Dangun salì al trono nel 50º anno di regno di Yao, mentre gli Annali della dinastia Joseon dicono il primo anno e il Dongguk Tonggam dice il 25º anno.
Fino al 1961, l’era ufficiale sudcoreana (per la numerazione degli anni) era chiamata Dangi (coreano: 단기; Hanja: 檀紀), che iniziò nel 2333 a.C. I seguaci del Daejongismo considerano il 3 ottobre nel calendario coreano come Gaecheonjeol (coreano: 개천절; Hanja: 開天節 “Festa dell’Apertura del Cielo”). Questo giorno è ora una festa pubblica in Corea del Sud nel calendario gregoriano chiamata “Giornata Nazionale della Fondazione”. La Corea del Nord fa risalire la fondazione di Gojoseon da parte di Dangun all’inizio del 30° secolo a.C.
Percezione storica
Lo studio di Dangun in Corea del Sud si è concentrato sul significato storico della società Gojoseon[1]. La società che il mito descrive sembra di tipo patriarcale e legata, almeno in origine, a una cultura basata sull’allevamento e la pastorizia.
Il mito di Dangun cominciò a suscitare nuovamente interesse durante la tarda dinastia Goryeo.
Durante la dinastia Joseon, Dangun era venerato come antenato della nazione. A Pyongyang furono costruiti un santuario dedicato a Dangun e al re Dongmyeong di Goguryeo, e il Samseongdang (삼성당/三聖堂), dedicato agli dei Hwanin, Hwanung e Dangun.
Alla fine del XIX secolo in Corea, il mito di Dangun fu molto enfatizzato per evidenziare la resistenza del popolo Joseon contro l’invasione imperialista[1], e si sviluppò addirittura una religione, Dangunkyo (단군교/檀君敎). Mentre il regno declinava di fronte all’invasione straniera, era necessaria un’ideologia per unire il popolo e Dangun soddisfaceva questo bisogno.
In Corea del Sud, Dangun Wanggeom è considerato il capo della società di Gojoseon, con molte caratteristiche del ruolo di alto sacerdote. Il termine “Wanggeom” indica un signore supremo che governa il paese.
Mausoleo di Dangun
Nel 1994 uno scavo a Pyongyang ha riportato alla luce il Mausoleo di Dangun, la Corea del Nord ha così cominciato a ritenere che il mito di Dangun riflettesse fatti storici e che Dangun fosse realmente vissuto e avesse scelto Pyongyang come propria residenza.
Nonostante le affermazioni della Corea del Nord sulla tomba di Dangun, non mancano i dubbi e le incertezze sulla sua autenticità.
Culto di Dangun
La tradizione del culto di Dangun si conserva oggi sotto forma di nuove religioni, con oltre trenta fedi legate a Dangun, e sotto forma di culto sciamanico o popolare. Nella religione popolare, Dangun era venerato come un dio del villaggio come si trova nelle registrazioni del periodo coloniale giapponese del culto di Dangun osservato come parte dei rituali di tutela del villaggio (dong je) a Yangyang, provincia di Gangwon, e Hamyang, provincia di Gyeongsang; oltre ad essere considerato Josang (Dio Ancestrale) e Sansin (Dio della Montagna).
Oggi, i Dangun Harabeoji (Nonno) e Halmeoni (Nonna) sono custoditi, insieme a varie altre divinità, nel Bugundang (Santuario del Governo) a Dongbinggo-dong, Seoul. Si ritiene che lo sciamanesimo stesso sia una tradizione religiosa nazionale che ha avuto origine da Dangun, e i vari segmenti di un rituale sciamanico, dal segmento Jeseok, segmento soggetto reale (byeolseonggeori), segmento generale (daegeori) e segmento dio guardiano della casa (seong jogeori) sono tutti legati a Dangun. Dangun è anche menzionato nelle narrazioni dei canti sciamanici.
Iconografia
Dangun è generalmente rappresentato seduto su una sedia in legno, indossando una tunica bianca e una corona disadorna. Indossa anche un manto di foglie di salice che ha sulle spalle e una cintura di foglie di paulonia, entrambi alberi sacri. I suoi capelli e la sua barba sono neri nonostante abbia vissuto più di 900 anni, questo per sottolineare la sua immortalità, solitamente ha anche un’aureola.
SOURCE:
https://en.wikipedia.org/wiki/Dangun
https://folkency.nfm.go.kr/en/topic/detail/1913
http://www.san-shin.org/Dan-gun_Myth.html
Naming God in Korea: The Case of Protestant Christianity
[1] Riotto M. – Storia della Corea. Dalle origini ai giorni nostri
http://www.lifeinkorea.com/Information/tangun.cfm