Pachinko, la serie su Apple TV+

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Pachinko prende vita su Apple TV+ a cura di Giulia
Recensione in anteprima di Pachinko

Potente. È il primo aggettivo che mi viene in mente per descrivere Pachinko, la serie firmata AppleTv+. Una serie tanto attesa, con quel sentimento misto ad euforia e timore come per ogni prodotto che prende vita partendo da un libro.

È un potente racconto famigliare di tre, ma anche quattro, generazioni i cui fili del destino si intrecciano nella terra giapponese testimoniando uno scorcio di vita negli ’30 dei coreani in un paese straniero e dominante.

Amore. Il motore che alimenta la macchina narrativa. L’amore materno, fraterno, l’amore divino e l’amore per la patria. I personaggi sono ben delineati e convincenti, il cast a mio parere azzeccato, con una nota di elogio alla sempre favolosa Youn Yuh-jung che ritrae una Sunja anziana, con quello sguardo malinconico ma mai triste, percettibile anche al di là dello schermo. La bellezza di leggere un libro prima dell’annuncio di un casting è immaginarsi i volti, le espressioni e le movenze dei personaggi e Youn Yuh-jung incarna la Sunja del mio immaginario.

Corea del Sud. La sua presenza aleggia sempre, come nel libro, non spezzando mai il legame fragile e forte con le proprie radici. Ho apprezzato la trasposizione fedele degli ambienti, era proprio così che mi immaginavo – forse un po’ più piccola – la pensione dei genitori di Sunja mentre scorrevo le pagine.  

Ho trovato curioso l’idea di usare due linee temporali che corrono parallele, la gioventù e quindi l’inizio di Sunja da un lato e dall’altro Sunja da nonna, e si fondono fluidamente, senza bruschi flashback o flash forward, ma anzi mantenendo anche una certa continuità nel colore, nelle transizioni e nelle musiche.

Identità. Il mio consiglio spassionato è di guardarlo in lingua originale perché si passa dal coreano al giapponese all’inglese a seconda dei personaggi, creando una identità ad hoc. Si gioca molto sul dialetto che riflette anche lo status dei personaggi, nelle generazioni più giovani si percepisce una leggera flessione d’accento quando parlano coreano.

Non si può non menzionare una fotografia ben curata, dalle tonalità piene ed attenta ai dettagli. L’uso dei campi lunghi, la transizione tra la natura e la metropoli che ingloba lo spettatore immergendole nella narrazione. Ho apprezzato la scelta di mantenere i colori di tonalità simili tra il passato ed il presente, tra la Corea ed il Giappone, in modo che la visione si abitui impercettibilmente al salto temporale.

Koh Hansu. Un personaggio indubbiamente complesso e a tratti controverso, portato in vita sul piccolo schermo da un Lee Minho in forma che calza a pennello nel ruolo. Chi segue e conosce la sua carriera, sa che Hansu è probabilmente tra i personaggi che più si discostano dai suoi precedenti lavori.

Omaggio. Un omaggio al libro, non discostandosi molto e anzi risaltandone la narrazione. Sappiamo tutti quanto possiamo essere esigenti noi lettori, a volte storcendo un po’ il naso, alla notizia di una trasposizione cinematografica di un libro che ci è entrato nel cuore. La serie di Pachinko ha saputo ben gestire la produzione, mantenendo un filo conduttore tra il libro e lo schermo, ogni tanto lasciandosi andare a qualche licenza poetica che non incide in modo significativo sulla narrazione.

Se siete in euforia ed avete fatto il conto alla rovescia per questo drama, non ne rimarrete delusi, anche e soprattutto se avete amato il libro.

Ringrazio di cuore Marianna per la fiducia che mi ha permesso di vedere in anteprima Pachinko.

©immagine AppleTV+

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Giulia S
Giulia. Cresciuta a pane e k-drama ha creato questo spazio per parlare del suo paese d'origine, la Corea del Sud, a 360° facendo perno sulla sua interculturalità e vuole sviluppare un ponte bi-direzionale tra la Corea e l'Italia. Racconta la Corea attraverso i kdrama con #dramiamo, propone uno sfizioso aperitivo coreano con #eatdrinkorea e fa lunghi approfondimenti sulle notizie dalla Corea per #rassegnadallacorea, il tutto a suon di Kpop con #radio360. Ogni tanto esce dal paese per osservare le altre culture con #oltrelacorea.

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