Nuovo anno, nuovi esperimenti. Ho deciso che i #minidramiamo saranno di 200 parole, cercando di raccontare i kdrama e le mie impressioni in uno spazio limitato.
The Glory si apre con una sequenza nebulosa e buia, come fosse l’incipit di un incubo. Ed è proprio lì che sta tornando Moon Dong-eun (Song Hye-kyo), nel suo personale girone dell’inferno, la palestra scolastica degli orrori dove il concetto di bullismo si espande sprofondando in quello della tortura e sevizia. Yeon-jin, Jae-jun, Sa-ra, Hye-jeong e Myeon-o sono disumanamente crudeli, infliggono punizioni violente senza nessuna conseguenza delle loro efferate azioni.
Anni dopo la vendetta si insinua nelle loro vite, scoperchiando lentamente quel vaso di Pandora pronto a rivelare le atrocità subite, le cui ferite fisiche e mentali sono la testimonianza di un’adolescenza abusata.
Il percorso di Dong-eun si intreccia con quello di Yeo-jeong (Lee Do-hyun) un chirurgo alle prese con il suo personale trauma, il cui rapporto però è ancora tutto da esplorare; confido nella seconda parte che uscirà a Marzo.
Un cast che funziona dannatamente bene, i personaggi sono delineati così pienamente nel loro spessore che forse è questo che ha reso il kdrama ancor più amaro.
Una visione d’impatto, non facile sicuramente ma che ha i presupposti per rivelarsi un revenge drama coi fiocchi.