Secondo appuntamento con il ciclo “Song Kang Ho”, Thirst di Park Chan Wook
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In occasione del secondo appuntamento col ciclo “Song Kang Ho”, approfittiamo dell’arrivo del 31 ottobre per proporre un film che ha come protagonista una figura legata da sempre ad Halloween: il vampiro. Il film in questione è Thirst diretto da Park Chan Wook e il titolo originale “Bakjwi”, che in coreano significa pipistrello, evoca in maniera emblematica l’atmosfera del film. Song nella sua carriera, come dicevamo nell’introduzione del ciclo, ha interpretato vari personaggi e il vampiro è sicuramente il ruolo più particolare ed insolito.
Il protagonista del film è un prete che attraversa una crisi di fede. Per ritrovare la sua strada decide di andare in Africa per assistere dei malati infetti da una malattia letale che condanna i contagiati ad una morte sicura. Anche Song Kang Ho, che interpreta il prete Sang Hyeon, rimane vittima della malattia e, dopo il tentativo di salvarlo con una trasfusione di sangue, perde la vita. Nonostante questo triste episodio, forse proprio grazie alla trasfusione, riesce a riprendere coscienza e diventa l’unico superstite. Ma una volta tornato in Corea del Sud la vita di Sang Hyeon assume delle tinte antitetiche a quelle di uomo di fede e inizia la trasformazione in vampiro.
La trama si sviluppa grazie all’incontro con Tae Ju, interpretata da Kim Ok Bin, con la quale inizierà a sperimentare e a scoprire i “vantaggi” del suo cambiamento.
Il film presenta in maniera inequivocabile lo stile di Park Chan Wook che dirige impeccabilmente un thriller-noir. La trama è particolare e senza la bravura del regista avrebbe corso più di qualche rischio di cadere nello splatter fine a se stesso. Non manca una buona dose di macabro e vendetta, marchi di fabbrica di Park, ma questa volta raccontano l’istinto naturale e un amore lontano dal rapporto di coppia convenzionale.
Nella pellicola sono presenti diversi elementi, prima fra tutti la cristianità. Questa è una presenza morale che però non ha alcun controllo sul cambiamento in atto in Sang Hyeon che, dopo la “resurrezione”, trova il senso della vita in soddisfazioni terrene e carnali. La carnalità gioca un ruolo fondamentale nel film e, oltre all’abbondante presenza di sangue, a rappresentarla c’è il frequente contatto tra i corpi.
L’abilità di Park Chan Wook e le interpretazioni di Song Kang Ho e Kim Ok Bin tirano le fila del film consegnando una pellicola originale che induce il pubblico a simpatizzare per il loro insolito amore caratterizzato nella diversità di vivere la propria natura.
Consigliamo questo film per la particolarità della trama e del personaggio a cui Song Kang Ho ha dato vita. Buona visione a tutti!